
L'Anfiteatro Romano è uno dei luoghi più famosi al mondo. Famoso per le sue battaglie, fu anche il teatro di spettacolari battaglie con animali selvaggi nell'antica Roma.
Le regole delle battaglie con animali nell'Anfiteatro Romano erano abbastanza semplici: c’erano tre categorie principali che comprendevano i bestiones (animali grossolani), venatores (cacciatori) e retiarious (lottatori). I bestiones erano responsabili della gestione degli animali mentre i cacciatori li uccidevano utilizzando archibugi o lance. I lottatoritenevano a bada gladiator che combatteva contro gladiator o contro glaciale.
In che modo gli animali venivano addestrati per combattere nell'Arena?
Durante l'era romana, gli animali erano spesso addestrati a combattere nell'Arena dell'Anfiteatro. Queste battaglie con animali erano considerate un intrattenimento popolare e venivano utilizzate per divertire la folla in occasione di eventi speciali. Le persone a volte partecipavano anche al combattimento direttamente come gladiatori, ma il più delle volte si affidavano all’addestramento degli animali per portare avanti questa forma di divertimento.
Gli animali usati in queste battaglie variavano da leoni, tigri e orsi a cavalli e buoi. Ognuno di questi animali veniva addestrato secondo tecniche diverse che prevedevano vari livelli di esercizio fisico, manovre specifiche ed esposizione agli elementi naturali come il sole o la pioggia. Inoltre, agli animali venivano somministrate droghe come oppio o papaverina per renderli più docili prima del combattimento nell'Arena.
Chi organizzava e finanziava tali eventi?
Inizialmente, i fondatori dell'Anfiteatro Romano erano due consoli romani: Marco Vipsanio Agrippa e Lucio Cornelio Balbo, nel 27 a.C., ma successivamente fu finanziata dai governanti imperiali romani come Tiberio Caesare (14-37 d.C.), Cesare Augusto (27 d.C.-14 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.). Oltre agli imperatori, il Senato romano ha anche contribuito alla costruzione dell'arena con denari pubblicamente messi a disposizione della popolazione romana attraverso la tassazione diretta sugli abitanti delle città provinciali di Roma e Lazio.
Quindici annui giochi gladiatorii venivano organizzati nell’Arena dell’Anfiteatro Romano tra il 74 a. C ed il 65 d. C., ma non erano solo queste le forme di spettacoli offertiti alla popolazione romana; infatti erano presentate anche lotte tra animali feroci come leoni, ippopotami, elefanti e orsi provenienti da tutta la penisola italiana ed addirittura da paesi lontani come l'Egitto o altri stati africani o asiatici post colonialistri che facevano parte del Impero Romano.
Per quanto tempo duravano tipicamente le battaglie con animali nell'Anfiteatro Romano?
Gli spettacoli di battaglia con animali nell'Anfiteatro Romano erano una parte importante della vita culturale romana. Gli spettatori venivano a vedere e ammirare gladiatori, bestie feroci e altri combattimenti tra animali. Ma quanto duravano queste battaglie?
Le battaglie con animali nell'Anfiteatro Romano erano abbastanza brevi e solitamente duravano solo pochi minuti. Gladiators ingaggiavano i propri avversari in rapide scaramucce mentre le bestie feroci cercavano di sopraffarsi l'un l'altro o delle prede più piccole. Alcune lotte potevano andare avanti più a lungo ma, per la maggior parte, cadeva l'una o l'altra parte entro pochi minuti.
Gli spettacoli presentati nell’Anfiteatro romano non si limitavamo alle semplici lotte tra animali: gladiatori e cavalli si scontravano anche nelle cosiddette "naumachie" (battaglio navali) che rappresentavano una forma di intrattenimento molto popolare presso il pubblico dell’epoca. In questo caso le parole durate potevanno variare da alcuni minuti a diverse ore, dipendendo dal numero degli attori coinvolti nel combattimento ed anche dalla natura stessa del giuoco che veniva rappresentato.
Cosa accadeva agli animali dopo la fine delle battaglie?
Non tutti gli animali sopravvivevano alla fine delle battaglie. Quelli che ne uscivano indenni venivano premiati con un dono dall'imperatore in segno di gratitudine per aver fornito intrattenimento al popolo romano. Seguiva poi un periodo di riposo durante il quale i feriti venivano curati e trattati con riguardo prima di essere rimessi in libertà nella natura o rimandati al proprio padrone.
Se l'animale fosse stato considerato particolarmente coraggioso, avrebbe potuto essere utilizzato nella prossima battaglia, magari contro un altro animale più debole. Inoltre, a volte era concessa la grazia a qualche animale speciale: veniva portato al Colosseo dove sarebbe stato liberato in modalità pompata (dove viene rilasciata un’abbondanza di cibo) o semplicemente lasciandolo andare via da solo senza problemi.